Il buio ti respira contro,
dipinge rune con il tuo sudore, agita
pennelli d’osso, fronde di scarne falangi,
oscuro mantra sussurrato
da bianche bocche nascoste
dentro agli inferni del tuo punto cieco.
Esse salmodiano di presenze,
malauguranti grumi di nero
curve su di te, come bestie,
empie follie, invisibili, appena suggerite.
Cerchi sollievo in uno scettico rifugio
eppure, non sai pensare ad altro.
Sadici passi di un pendolo
in lenta discesa verso l’urlo
ti divorano, lenti,
fino a che il male s’incarna,
ed emerge.